martedì 22 gennaio 2013

Permanenze...










Permanenze…

Se “ il mistero appare in assenza…”
nel vuoto, nel sottrarre, nel separare,
per far emergere…
e, se  siamo anche ciò che ci manca…

allora, quel pensiero costante che perdura in noi,
quella persistente solitudine,
quel continuo sperare e desiderare,
cercare e sottrarsi,
ci fanno ben comprendere che in parte non siamo
senza tutto ciò a cui tendiamo…


Allora, ogniqualvolta si ritrovi una linearità geometrica
nell’apparente incoerenza e volubilità della vita
che è architettura,
per sottrazione appariranno inattese due rette coincidenti
e per sovrapposizione cerchi combacianti…
Allora, seppur il verso è ipòmetro
e ridefinisce continuamente il ritmo della nostra metrica personale,
si continuerà a lavorare e
solo per quel sonetto
saremo sempre infaticabilmente disposti
a non soppesare delusioni e incomprensioni…
e il nostro impegno si focalizza,
non più inspiegabilmente,
su quella precisa architettura, uomo, donna, passione, desiderio…


A quell’architettura celata e radicata  in noi;
al suo disvelarsi in assenza dell’eccedente…
e in prossimità dello scomparire
Alla ricerca del divenire per sempre
una permanenza necessaria.


Alla sintesi estrema
di ciò che ci manca, architetto…
Alla consapevolezza.

Raffaella Colombo





opere di Luis Barragan