sabato 29 ottobre 2011

Architetture instabili...



Carissimi architetti, si parla di disequilibri,
di contemplazione dell’errore,
di mancanza di assolute certezze progettuali,
di Architetture Instabili…
Mi riferisco ad architetture individuali.
Non elencabili. Non solo mentali. Non impossibili.

















Stralcio
Stabili… Architetture Instabili.
(…)
Ritengo che queste architetture non siano espressione
di trasgressione o giochi d’azzardo
ma opere il cui sviluppo avvenga simultaneamente,
da coloro che le vivono,
su piani complanari per intensità e densità.
Piani inclinati. Non piani geografici. Non distonie geometriche.
(…)
Frutto di riflessioni, insuccessi, velate ed auspicate fioriture…
Non di visionarie elucubrazioni involute di folli architetti.
Sterili sperimentazioni, innovazione per innovazione.

Le architetture instabili, per complessità criptica,
risultano architetture difficili.
Illogiche, all'apparenza. Reazionarie.
Affaticanti. Generatrici di dubbi. Eppure calamitanti.
Per questo non necessitano di minuziose definizioni.
Armonia, empatia e biunivocità come doni intuibili.
(…)
Per comprendere e sostenere architetture instabili
occorre essere più che bravi architetti,
qualcosa che non si apprende sui testi.
Coraggio, lungimiranza, ponderatezza, slancio emotivo,
fervore e fiducia da cui deriva speranza.
L’impeto che offusca e muove dall’interno…
Oltre la certezza. Oltre sé.
(…)
Nell’instabilità più stabile e persistente... di ciascuno di noi.
Di noi che abbiamo ali.
Ma tratteniamo terra fra le mani…
Raffaella Colombo



Un grazie di cuore a Riccardo Dalisi
per aver sostenuto questo scritto instabile
con splendidi disegni a mano libera.



sabato 1 ottobre 2011

Dubbio metodico...



Res cogitans. Res extensa. Renè Descartes















 
In apparenza.
Queste fibre di Orlon mostrano struttura simile a quella della lana:
increspatura permanente dei filamenti che le separano,
leggerezza, alto grado di resistenza e ingualcibilità.
Tuttavia l’Orlon rimane un polimero acrilico…

Comprendere l’essenza delle cose, oltre il mistero insito,
appartiene all’uomo, al suo irrinunciabile desiderio
di conoscenza razionale e non solo emotiva.
Affinché il segno sia anche segno di altra cosa…
ma orme di neofelis nebulosa non siano orme di acinonyx jubatus


Raffaella Colombo

tutto il resto è muto ed intercambiabile…” Italo Calvino